MAZDA CX-5

IL LIBRO – IL GIALLO – Kaskara. /

La curiosità lo spinse fino a Khartoum.

L’Africa gli era entrata nel sangue ancora prima di poggiare piede sul continente per guidare una 205 GTi 2.0, dalle parti, civilizzate, di Ouarzazate.

I racconti di caccia, caccia vera non le pinzillacchere degli italiani d’italia, erano state le fiabe con cui veniva addormentato.

Facoceri, quaglie, gazzelle e persino il leopardo popolavano i suoi sogni infantili.

Chi parlava sapeva raccontare, quelle erano storie vere, non racconti di Salgari che nei teatri dei suoi interminabili e banali scritti, mai c’era andato. 

Povero cristo, almeno avrebbe viaggiato.

La curiosità di vedere la confluenza del Nilo Azzurro con il Nilo Bianco.

Il desiderio di dare forma alle uadi dove i suoi cacciatori si appostavano per spezzare le vite delle gazzelle prossime alle pozze d’acqua, rari abbeveratoi nel deserto sudanese, nelle predesertiche zone al confine tra Etiopia e Somalia, terreni di caccia veri per uomini d’altri secoli.

Lì conobbe Kaskara. 

Lì decise di farla sua e portarla in Italia. 

Gli sarebbe stata utile, prima o poi. 

Il Royal Villa di Khartoum a Tuti Island a metà strada tra la capitale ed Omdurman era stata una sistemazione ideale per fare il turista innocente. 

Di lì avrebbe potuto partire con una quattro per quattro jap, per devoto ricordo di famiglia, verso nord ed avventurarsi per farsi un po’ di cazzi suoi nel deserto, oppure scendere verso sud, verso l’Etiopia in quelle zone terreno speciale per il maculato felino.

Il Panthera pardus pardus i cui occhi gialli di notte avevano popolato più dei sogni gli incubi. 

La differenza con i suoi narratori stava nell’oggetto imbracciato. 

Loro un 30.30. 

“Lui” una Nikon. 

O una Canon?

Vado a “membro di segugio”. Uno dei narratori raccontava delle prime jap viste a Khartoum. Il narratore aveva la britannica ma era esterrefatto da quanto agili fossero le prime Suzuki che arrivavano da Tokio e dintorni, erano gli Anni ’60. Mazda qui, nel racconto, c’entra perché la CX-5 delle foto è una AWD. Che esistesse qualche Mazda, a Khartoum negli Anni ’60 o no, è ininfluente ai fini del racconto. Del resto la creatività di queste righe mi è scattata dopo la piccola Suzuki d’altre foto. Per lei, la Suzuki, scriverò un altro racconto. Ah… Kaskara non è una donna. 


9.5k di click,
forse c’è uno scatto che è diventato una fotografia.

L’avevo chiesta, la Mazda CX-5, per inseguire le stelle. Ci si sono messe di mezzo le nuvole e le congiunzioni della Legge di Murphy. Ho sempre inseguito le stelle, anche quelle terrene, ho spesso fatto dei buchi nell’acqua. Credo così sia andata anche con CX-5. Ho cercato di rimediare alla sfiga stellare con percorsi cittadini (come dicono e scrivono quelli “acculturati”) ma le imposizioni governative non hanno fatto scattare scintille capaci di tramutarsi in stelle. Dover rientrare per le ventidue o alzarsi per uscire “solo” alle cinque del mattino è una cazzo di mortificazione per chi, IO, s’è sempre sentito ed ha vissuto da spirito libero.

FuckingHell

 

“DOCTORED 2”

 

 

Lo scatto che potrei considerare qualcosa di assimilabile ad una fotografia è il numero 180/202, un click con il 180 mm 2.8 di Nikon.
Quando si dice le congiunzioni.

 

“DOCTORED 1”

 

 

“AMBIENTE”