MAZDA 3 AWD

È DIFFICILISSIMA,
OPPURE IO SONO INSODDISFATTO,
INSAZIABILE, SEVERO PERFEZIONISTA

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Quella che sembrava una vettura difficilissima da fotografare per colpa della soluzione posteriore decisamente impegnativa visti i volumi, non lo è per niente.
Ne sono testimonianza (il violino Stradivari è chiuso in custodia) le tante fotografie pubblicate a raffica sui profili Instagram di Mazda, da Mazda internazionale alle diverse compagnie nazionali.
La competizione è pertanto impegnativa.
Per il competitor di riferimento, Mazda&Co, e per il colore che mi hanno “appioppato”.

‘Na cosetta da ride.

Polymetal Gray.

Ovvero grigio. 

Da fotografare di notte.

Una passeggiata.

Per fortuna mia il lavaggio non ha accettato gli unici cinque euro che avevo.
Di notte, per Roma, non vado in giro con grandi somme (che non ho…) già corro abbastanza rischi con le Nikon, e le vetture, figuriamoci se porto con me qualche migliaio d’euro.

Gettoni comprati con gli spicci per il caffè di rito notturno.
Così, poi, niente bar.

Lavata la 3, a mano, con la lancia.

E così sono rimaste sulla carrozzeria abbastanza gocce d’acqua che hanno dato un tocco di creatività ai primi scatti.
La volevo cattiva.
Volevo una foto cattiva per questa Mazda 3.
Quando l’ho ritirata mi hanno impressionato due aspetti: la bellezza degli interni (complimenti a chi l’ha arredata, comprata, così) ed il frontale.
Un frontale ignorante, di quelli che piacciono a me, che inducono il malcapitato sulla corsia di sorpasso a levarsi dalle palle con sveltezza.
Non lampeggio mai, è maleducazione.
Ma sono molto, molto, convincente, nel far liberare la corsia di sorpasso.
E di questo modo di guidare, di fare i test drive delle vetture in prova, sto scrivendo un libro.
Un “giallo” cattivo.
Come il frontale della Mazda 3.

Una miscela di prove di automobili ed altro che per decenza non posso dire altro qui.

Ferma per diversi giorni in attesa di avere l’ispirazione, ormai a Roma ho fotografato tutto il fotografabile, la Mazda 3 nei primi chilometri di guida dal ritiro ai miei monitor aveva già fatto intendere le sue doti.
Molto soft.
Col piede leggero da femminuccia.
Ignorante, e manco poco, quando schiacci e sei in modalità Sport.
Con un sound che ricorda certi rumori di cubature maggiori e frazionamenti superiori ai miserrimi quattro cilindri.
E non intendo il sei.
Intendo che il rumore in accelerazione ed in velocità mi esalta come quello di un otto cilindri.
Tanto esaltante che questa notte, finiti gli scatti, tornando ai miei monitor, in una condizione stradale cittadina di traffico zero vista l’ora (tra le cinque e le sei) ho preferito azzerare l’impianto audio (Bose, adrenalina a tutto volume) e tralasciare per un po’ il brano della notte: Year of the Cat, Al Stewart, 1991.
Roba da vecchi.
Corre, @#### se corre ma tocca far molta attenzione a quel volume posteriore che è parecchio impegnativo non solo in fotografia.
Ma “cio’ “***** dato dentro.
Parecchio.
Che scalata per rispettare il rosso della CC.

Lei, la Mazda 3, si chiama in realtà così:

NUOVA MAZDA3 2.0L 180CV SKYACTIV-X – M HYBRID 6AT AWD EXCLUSIVE + DESIGN PACK.

Tanta roba. 

 

*****Ragazzi: sgrammaticatura voluta. Gergale, da bar. 

 

GALLERIA FOTOGRAFIE, 
SET 01, AMBIENTI CITTÀ

 

©LUCAROMANO